Benvenuti nel mio Oblio!

Cos'è questo posto? Una Villa! Con passo spedito entrò nella struttura mal messa ma ben resistente alle intemperie. Era solo abbandonata, ma conservava ancora un vigore regale. Sotto i suoi passi il pavimento restava in silenzio. Solo i suoi passi si udivano ed il molesto fruscio del vento che penetrava da qualche finestra rotta. Avrebbe potuto vivere lì per sempre, rimettere a nuovo quel posto, cambiare identità. Ma era troppo rischioso e lei non era fatta per stare troppo tempo in un luogo. Doveva cambiare, conoscere, esplorare. Elisewin era una nomade, gitana, una zingara come venivano chiamate coloro che non stavano fisse in un luogo. Le pareti erano ben intatte, conservavano ancora i dipinti antichi fatti su di esse, la particolarità in effetti di questa struttura era proprio che non vi erano quadri, ma era tutto dipinto lungo le pareti. L’oro, la polvere d’argento, gli intarsi dei diamanti, tutto sulle pareti. Quelle decorazioni rendevano vive quelle pareti dando un senso di profondità. Vi erano raffigurate storie, racconti muti. Una in particolare raccontava di un viaggio per mare, molto antico. Una nave con una polena di un cane a tre teste nera come la pece, perfino le vele erano nere.